Il concordato preventivo biennale costituisce una delle misure più attese durante la fase di attuazione della legge delega fiscale. Dovrebbe trattarsi di un passaggio essenziale per costruire un nuovo rapporto con il Fisco e soprattutto per concentrare le risorse sulla lotta alla grande evasione.

Dalle ultime notizie e indiscrezioni, il Governo sembra essere intenzionato a prevedere tale possibilità anche per i contribuenti che si sono avvalsi del regime forfettario di cui all’art. 1 della L. n. 190/2014.

Secondo quanto previsto dalla legge delega il nuovo strumento dovrebbe interessare i soggetti di minori dimensioni soggetti agli ISA e questi potrebbero aggiungersi anche i contribuenti in regime forfettario.

Il concordato preventivo biennale dovrebbe rappresentare un accordo definitivo basato su più fasi. Il primo passaggio dovrebbe essere rappresentato da un contraddittorio semplificato con l’Agenzia delle Entrate. Successivamente la medesima proporrà al contribuente un’ipotesi di reddito per i prossimi due anni. Se il contribuente accetterà la proposta di concordato verserà sia le imposte, sia i contributi sulla base imponibile così determinata in via anticipata indipendentemente da quello che sarà il reddito effettivamente conseguito.

L’accettazione della proposta e quindi la conclusione del concordato non darà luogo alla cancellazione degli obblighi fiscali previsti e dei relativi adempimenti. Infatti, nell’ipotesi di violazioni si verificherà la decadenza dal concordato. L’Iva, invece, è un tributo dell’Unione europea e per tale ragione continuerà ad essere liquidata con i criteri ordinari senza alcuna riduzione o forfetizzazione.