SPESOMETRO: CINQUE GIORNI PER RIMEDIARE ALLO SCARTO

E’ scaduto il 6 aprile il termine ultimo per la trasmissione dello spesometro 2° semestre 2017.
Si sono incontrati diversi problemi per segnalazioni di anomalie nei file inviati, rilevate solo in fase di acquisizione da parte dell’Agenzia e non anche nella preventiva fase di controllo.

Pertanto diverse sono state le situazioni di “scarto dei file”, per partite iva e codici fiscali mancanti o incongruenti ed altri errori non rilevati in fase di controllo del file.

Innanzi tutto occorre rimarcare ancora una volta la profonda differenza che sussiste in caso di file scartato piuttosto che di file accolto con segnalazioni.

Nel caso di “segnalazioni”, che normalmente si riferiscono all’aver indicato quale controparte la partita IVA di un soggetto cessato, è opportuno focalizzare l’attenzione su due aspetti fondamentali: il primo è relativo al merito della segnalazione, il secondo è relativo alle sue conseguenze.

Per quanto riguarda il merito, posto che la stragrande maggioranza delle segnalazioni di anomalia riguarda l’aver indicato quali controparti soggetti aventi partita IVA cessata, è bene sapere che non sempre la segnalazione è indice di un effettivo errore compiuto o nella compilazione dell’anagrafica o nella sostanza del documento. Infatti, la segnalazione di anomalia per partita IVA cessata viene rilasciata senza che il sistema effettui l’incrocio dei dati anagrafici con quelli delle fatture, pertanto ad essere segnalata potrebbe essere un problema di fatto inesistente.

Se effettivamente un errore è stato compiuto, per porre rimedio occorre tenere presente che il file è stato comunque acquisito nella sua interezza da parte del Sistema di Interscambio. Pertanto, occorrerà annullare il dato inviato con partita IVA errata, e procedere con una nuova trasmissione relativa ai soli dati che sono stati trasmessi in modo erroneo e successivamente annullati.

Completamente diverso dal caso di acquisizione con segnalazioni è il caso di scarto del file. Lo scarto normalmente interviene a seguito di indicazione di una o più controparti aventi codice fiscale o partita IVA inesistenti in Anagrafe Tributaria, circostanza che non viene verificata in via preventiva dal modulo di controllo, che si preoccupa solo di controllare la validità formale dei dati, ma non la loro effettiva esistenza.

Quando un file viene scartato, è l’intera spedizione che viene respinta dal SDI, quindi nel sistema di interscambio non risulta alcun dato, né con riferimento alle posizioni inesistenti, né con riferimento a tutte le altre fatture incluse nella medesima comunicazione e che non presentano problematiche.

Occorre dunque rimuovere gli errori che hanno originato lo scarto e reinviare l’intera comunicazione che è stata scartata. A tal fine, ai sensi della normativa vigente, sono concessi cinque giorni dalla data dello scarto, aspetto questo che in questi giorni diventa centrale poiché permette di “sforare” rispetto alla scadenza del 6 aprile.